Oltre 128 mila presenze registrate, 4.380 aziende espositrici e più di 15.100 vini proposti. Questi sono i numeri dell’edizione 2018 di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati appena conclusosi. L’appuntamento per la 53° edizione dell’evento è già stato fissata dal 7 al 10 aprile 2019.

I numeri di Vinitaly 2018

Anche Vinitaly 2018, in linea con lo scorso anno, ha fatto registrare un buon numero di presenza, con circa 128 mila accessi, provenienti da 143 nazioni differenti. Secondo gli organizzatori del Salone, tuttavia, quest’anno è migliorata ulteriormente la presenza dei buyer provenienti dall’estero. Con 32 mila presenza, infatti, si è avuto un incremento del 6% rispetto alla passata edizione. Un risultato reso possibile grazie alla rete di delegati, diffusa in 60 differenti paesi. Fra i paesi con maggiore presenza, Stati Uniti d’America, Germania, Regno Unito, Cina, Francia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Canada, Russia, Giappone, Paesi Bassi e Belgio.

Un incremento dei numeri di quest’anno si è avuto anche per quanto riguarda le aziende espositrici. Al Veronafiere, con 130 espositori in più, sono state ben 4.390 le aziende presenti provenienti da 36 paesi diversi. I vini proposti, anche grazie al Vinitaly Directory online, realizzato in italiano, inglese e cinese, sono stati più di 15.100.

Enoteca San Pietro al Vinitaly

Anche Enoteca San Pietro, che quest’anno ha inaugurato la vendita di vini online, non poteva mancare al Vinitaly 2018. Un appuntamento imperdibile, la quattro giorno di Verona, per restare sempre aggiornati sulle ultime novità nel mondo dei vini e non solo. Lo ha spiegato, in apertura dell’evento, anche Maurizio Danese, presidente di Veronafiere: «Da oltre mezzo secolo, Vinitaly racconta la passione per il mondo del vino. Innovazione digitale - ha proseguito - infrastrutture, analisi dei mercati e sviluppo internazionale sono alcune delle linee di sviluppo che abbiamo individuato per il futuro della manifestazione, con cui favorire la presenza in forma aggregata del made in Italy sui mercati mondiali».